Il Natale di Lunetto

Il Natale di Lunetto

Lunetto aveva solo 3 mesi, ed era già una piccola peste! Occhi tondi e vispi giallino-verdi, musetto impertinente e pelo tigrato color miele; insomma una simpatica canaglia quando non dormiva, un dolce cuccioletto quando faceva la nanna! Era il più giovane del gattile, era stato portato piccolissimo, da un giovane uomo in una notte di luna piena, a mamma Giulia.

Lei era la bellissima fanciulla che si occupava, insieme al papà chiamato il MAESTRO dai paesani perché era un bravissimo pittore, dei 28 gatti che abitavano nel gattile, un’ ampia e graziosa cascina costruita in mezzo alle montagne non lontano dal paese.

I mici erano felici; mangiavano, dormivano, giocavano, gironzolavano nei dintorni, e spesso accompagnavano mamma Giulia a raccogliere i frutti nel bosco per preparare gustosissime marmellate, si acciambellavano affianco al Maestro quando dipingeva vicino al caminetto nel grande salone e aspettavano con ansia le visite delle loro Madrine e Padrini.

Le Madrine e i Padrini dei gatti erano quei paesani che li avevano raccolti per strada o salvati da qualche pericolo e portati al gattile, oppure che li avevano adottati in seguito, e che si erano tanto affezionati ai loro micetti che li andavano spesso a trovare portando cibo e giochi per tutti! Tutti i mici avevano un padrino o una madrina, addirittura CARLOTTA, una anziana gatta dal pelo di tanti colori, aveva 2 madrine tanto era dolce e benvoluta. Solo Lunetto non aveva né un padrino né una madrina, perché abitava ancora da poco nel gattile e delll’uomo misterioso che l’aveva portato da mamma Giulia non si avevano mai avute notizie.

Di questo Lunetto soffriva molto ma non lo diceva a nessuno e così, spesso, combinava guai e faceva i dispetti ai suoi amici che però gli perdonavano tutto perché era il piccolino del gattile. “Ma come era fatto il mio padrino?” chiedeva quasi ogni giorno Lunetto a mamma Giulia. “Oh, era un bel giovane” gli rispondeva mamma Giulia con gli occhi sognanti accompagnati da un sospiro ” E quando tornerà da noi? Tornerà? Vero? Vero? Vero? Vero?” insisteva Lunetto “Certo! Presto, piccolino mio” lo rassicurava mamma Giulia “Si! Ma quando? Quando?” continuava lui, balzando sulla tavola apparecchiata per il pranzo “Ora basta! Scendi subito da lì e va a lavarti le zampette che è quasi l’ora di pranzo” diceva lei in un tono che non ammetteva repliche, ma poi si pentiva subito, lo prendeva in braccio, gli faceva tante coccole e gli prometteva : “Se sarai buono, Babbo Natale ti riporterà il tuo padrino”.

Si era arrivati al 24 dicembre e mamma Giulia e il Maestro erano indaffaratissimi per i preparativi del cenone della vigilia di Natale! C’era l’albero e la casa da addobbare, i dolci da preparare, le calze da appendere al caminetto, la grande tavola da imbandire per tutti i mici e le loro madrine e padrini, i collarini della festa da far indossare a tutti i mici,…insomma…un bel gran da fare, e tutti davano una mano…ops…una zampa! Lunetto come al solito faceva il pestifero, giocava con le ghirlande appese all’albero, si mangiava le mandorle che servivano per guarnire i dolci, muoveva con una zampina di qua e di là le palline dell’albero seguendo la danza delle luci colorate che si riflettevano su di esse. “Ora basta! Lunetto vai in castigo! Scendi in cantina e rimanici fino a quando non ti chiamiamo!” sbottò Carlotta. Lunetto lasciò in pace le povere palline, abbassò le morbide orecchiette e si diresse verso la cantina ma poi cambiò idea e, con un balzo felino, saltò sulla finestra e scappò via! “E’ proprio un discolaccio!” disse sconsolata Carlotta “Bisogna avere pazienza, è solo un cucciolo!” replicò mamma Giulia “Anche se combina guai per 10!” aggiunse il MAESTRO, e tutti risero di cuore. Lunetto era arrabbiatissimo .

Corse senza fermarsi fino al laghetto ghiacciato, si accucciò stremato nell’incavo di un grande albero. Aveva le zampette e le orecchiette gelate e mentre piangeva come una fontanella, pensava: “Non tornerò più a casa! Nessuno mi vuole bene! Aspetterò che stanotte Babbo Natale mi faccia rincontrare il mio padrino e poi andrò via con lui! Si Si!” continuò piangendo “Nessuno mi vuole bene! Sigh! Nessuno mi vuole bene!” e stanco stanco per il tanto piangere, si addormentò.

Intanto si fece sera, i padrini e le madrine iniziavano ad arrivare al gattile per il gran cenone di Natale con tanti pacchi pieni di dolci e regali.

Allora Carlotta decise di scendere il cantina a chiamare Lunetto: “Lunetto! Piccolo birbante, sali a prepararti per la festa! Ti devi ancora mettere il collarino di Natale!” Ma non ricevette alcuna risposta, allora lo cercò dappertutto, continuando a chiamarlo. Disperata tornò nel salone e avvisò mamma Giulia e gli altri della sua scomparsa. “Vedrai che appena sentirà il profumino delle prelibatezze che abbiamo preparato, lo troveremo già seduto a tavola con le zampette lavate, il tovagliolo appeso al collarino e la linguetta di fuori!!AH AH!” disse mamma Giulia ridacchiando.

Ma il tempo passò, la tavola era già apparecchiata, tutti gli ospiti erano arrivati, fuori iniziava a nevicare ma di Lunetto nessuna traccia. “Sono preoccupata, Lunetto non è ancora tornato, bisogna andare a cercarlo” disse mamma Giulia e subito i gatti più grandi, si misero una calda cuffietta di lana, una sciarpina e andarono a cercarlo. “Vado anch’io!” disse Carlotta “Non andare, fuori nevica, ti ammalerai! ” la esortarono tutti ma la vecchia gatta prese la sua mantella rossa e uscì dicendo: “E’ colpa mia! Se è successo qualcosa a quel cucciolo non potrei mai perdonarmelo!” e uscì.

Passò qualche ora, anche i padrini si unirono alle ricerche, e finalmente lo trovarono, acciambellato dentro il tronco dell’albero, che dormiva come un angioletto.

Tornarono tutti al gattile che mancava un ora alla mezzanotte, tutti erano felici per aver ritrovato il piccolo Lunetto e nessuno lo sgridò, solo mamma Giulia si fece far promettere che non l’avrebbe fatto mai più, e lui obbedì subito…aveva un languorino al pancino…: “Prometto che non scapperò più…ma ora si mangia?” Tutti scoppiarono in una risata e iniziarono a sedersi a tavola, quando mamma Giulia esclamò: “E Carlotta? Non era con voi Carlotta?” Chiese ai padrini e ai mici che avevano partecipato alle ricerche di Lunetto “No, non l’abbiamo vista!” dissero loro “Mio Dio!” disse pallida in volto, “Cosa le potrà essere successo? Bisogna andare subito a cercarla, fuori c’è una tormenta di neve!” ordinò, e quasi tutti si coprirono bene e uscirono. Anche mamma Giulia uscì con Lunetto.

La cercarono per un ora e ormai era quasi mezzanotte, Lunetto aveva pianto tutto il tempo mentre la cercava in braccio a mamma Giulia fino a quando si era buttato in lacrime sulla gelida neve e aveva gridato tra i singhiozzi : “Mamma Giulia, dillo tu a Babbo Natale…diglielo che non voglio più che mi porti in dono il mio padrino! Digli che ci riporti Carlotta! Digli che gli prometto che diventerò buono e non farò più i capricci!” E le saltò in braccio continuando a piangere. Mamma Giulia lo strinse dolcemente, poi guardò in cielo e gli occhi le brillarono “Guarda lassù” disse “Ora torniamo a casa, c’è qualcuno che ci sta aspettando!” Lunetto guardò in cielo e vide una luce splendente nel buio, e in mezzo alla luce risplendeva la magnifica slitta di Babbo Natale trainata da 8 bellissime renne e sulla slitta, lui, il dolce vecchino più amato del mondo! Mamma Giulia con Lunetto corse fino ad arrivare al gattile dove era atterrata la slitta con Babbo Natale, e lo stesso fecero tutti gli amici e presto si trovarono nel grande salone, caldo e luminoso, dove, vicino al grande camino, li attendeva Babbo Natale.

Lunetto non ci pensò due volte, con un balzo saltò sul caminetto per essere più vicino a Babbo Natale e inizio: “Babbo Natale, per favore, io…io…” ma non riuscì a continuare perché scoppiò a piangere, e allora lui lo prese in braccio e lo accarezzò dicendogli: ” Non preoccuparti, piccolo, le tue lacrime e le tue parole mi sono arrivate perché venivano dal cuore, così esaudirò il tuo desiderio! Guarda!” e così dicendo gli indicò una cesta coperta con uno scialle rosso,vicino al caminetto, la scoprì, e sorpresa! Dentro c’era Carlotta!! Tutti gridarono di gioia e l’abbracciarono! E iniziò finalmente la festa, vennero serviti gli antipasti mentre, a turno, Babbo Natale consegnò i regali, e tutti erano felici!! Arrivò il turno di mamma Giulia e Babbo Natale le disse: “Vai, mia cara, e apri il portone. C’è qualcuno per te!” Mamma Giulia corse al portone, l’aprì e…sorpresa…il misterioso bel giovine…il padrino di Lunetto la salutò con un inchino galante e un bacio sulla mano e le disse: “La luce dei suoi bellissimi occhi, dolce Giulia, mi ha ricondotto qui!” Giulia non riuscì a parlare per l’emozione, ma a rompere il silenzio ci pensò il piccolo Lunetto che, con uno dei suo spericolati balzi, irruppe tra la coppietta gridando: “Padrino mio! Sei tornato da me!!” E il padrino lo prese in braccio, lo baciò e lo salutò con affetto mentre tutti nella grande sala restavano fermi in silenzio per l’emozione fino a quando mamma Giulia, rianimatasi dalla sorpresa, prese il suo bel giovine misterioso a braccetto e, conducendolo alla tavola, in tono scherzoso disse: “Ora, mio caro Lunetto, te lo porto via, in fondo…è il mio regalo!!!!” Tutti risero a crepapelle, si risedettero a tavola e la festa continuò allegramente, come allegra continuò la vita di quella grande inseparabile famiglia! FINE

Dany Kant: dany.kant@tiscali.it