2° mese della gravidanza
Fatto il test di gravidanza sei certa di aspettare un bambino, che grande novità! Si apre ufficialmente un periodo importante e particolarissimo della tua vita.
Il primo cambiamento è giunto improvviso: è la mancanza mestruale, dovuta all’azione di un ormone, l’HCG, che è prodotto da quella parte della blastocisti da cui si formerà la placenta.
L’HCG è il primo messaggio biochimico che l’embrione manda alla sua mamma per chiederle di accoglierlo. Servirà, infatti, a mantenere elevata la produzione ovarica di progesterone, il cosiddetto ormone della gravidanza, in modo che non avvenga lo sfaldamento mestruale e che l’uovo possa trovare il suo nutrimento dentro l’utero.
Il secondo segnale giunge dalle mammelle che diventano più consistenti, tese, talora dolenti, le areole assumono una colorazione più intensa.
E non sorprenderti se dai capezzoli dovesse venire qualche goccia di latte: la prolattina, l’ormone della lattazione, è già al lavoro per il tuo bambino! Con la certezza dello stato di gravidanza si scatena poi una serie complessa di reazioni emotive, specie nei primi mesi: da una parte la soddisfazione per la realizzazione di un sogno bellissimo, dall’altra l’incertezza economica, la paura per i mesi che verranno e per il parto, nuovi equilibri da ricercare col partner. Se a tutto questo si aggiungono gli effetti biologici della cosiddetta “tempesta ormonale” si comprende come le condizioni psico-fisiche di alcune gestanti può risultare delicato.
Ecco allora le tipiche nausee, anche a digiuno; il vomito, favorito dal rallentamento dello svuotamento gastrico e dalla relativa incontinenza del
cardias; la scialorrea, una salivazione abbondante e fastidiosa; cali pressori talora accompagnati da svenimenti; lievi dolori addominali.
Tutti fenomeni “neurovegetativi”, spesso su base psichica, destinati a risolversi spontaneamente entro il quarto mese non in grado di condizionare seriamente l’evoluzione della gravidanza.
Alcuni accorgimenti saranno comunque utili:
1) frazionare l’alimentazione giornaliera in numerosi piccoli pasti;
2) evitare di bere a tavola e piuttosto abbondate con succhi di frutta e tisane lontano dai pasti;
3) ridurre al minimo il consumo di the o caffè;
4) abolire alcolici, bevande gassate e sigarette;
5) non andare a letto subito dopo mangiato;
6) integrare la dieta con vitamine B6 e vitamine B12.
In un numero limitato di casi, per il protrarsi degli episodi di vomito, si potrà rendere necessario un breve ricovero in ospedale per monitorare l’equilibrio idro-elettrolitico ed integrare la dieta. Spesso la stessa ospedalizzazione è risolutiva nel giro di 24-48 ore per il semplice fatto che allontana la donna dal suo contesto familiare e le consente un vero riposo psichico e fisico