Conservazione cordone ombelicale

Conservazione cordone ombelicale, un gesto semplice ma responsabile – Dott.ssa Carmela Mancuso

Se qualcuno oggi ci dicesse che potremmo pensare di assicurare la salute dei nostri figli fin dal pancione della mamma, il nostro pensiero correrebbe verso un futuro ancora molto lontano.
Oggi invece tutto questo è possibile. È già realtà. O a dirla come in una vecchia pubblicità, il futuro è qui, è adesso.

Oggi possiamo pensare di garantire ai nostri figli un patrimonio. Non soldi. Non ricchezza. Un patrimonio biologico. Che la mamma e il bambino già possiedono nel lungo e magico periodo della gravidanza e che spesso, troppo spesso, non sanno di avere e lo buttano via.

È il cordone ombelicale. O meglio per essere più scientifici, sono le cellule contenute nel cordone ombelicale, l’organo che tiene uniti in un rapporto di doppia dipendenza la mamma e il suo bambino.
Il sangue del cordone ombelicale è un preziosissima fonte di cellule staminali. Sono cellule speciali. Cellule “bambine” che hanno in sé la capacità di differenziarsi e dare origine a diversi tipi di tessuto o organo del nostro corpo. E se un genitore si sta chiedendo perché conservarle in una banca cordone ombelicale, la risposta è presto detta.

Proprio per le loro caratteristiche, le cellule staminali del cordone ombelicale vengono utilizzate con successo in diversi settori della terapia medica.  Ad oggi sono circa 80 le patologie che è possibile trattare con le cellule staminali (clicca qui per visualizzare l’elenco) e ogni giorno nel mondo team di ricercatori e lavorano perché questo elenco diventi sempre più numeroso. E non parliamo solo di patologie tumorali o malattie ematologiche
1. L’uso delle staminali è orientato fortemente verso la medicina rigenerativa.
2. Dalla ricostruzione della cornea, alla ricostruzione del tessuto muscolare
3. Dall’utilizzo nel post infarto al trauma cranico
4. Ma questi sono solo piccoli esempi di ciò che la ricerca ha fatto e farà ancora per consentire l’uso delle staminali nelle diverse aree terapeutiche. È notizia di poche settimane fa, ad esempio, la possibilità di usare le cellule staminali per trasportare i farmaci nella loro specifica sede di azione riducendo enormemente gli effetti collaterali di una chemioterapia.

Ad ogni modo non occorre essere degli addetti ai lavori per cogliere l’importanza di queste evidenze scientifiche.
Avere poi a disposizione per questi approcci terapeutici le proprie cellule staminali, quelle che il genitore, responsabilmente, ha pensato di conservare al momento del parto, permette di parlare di uso autologo, che dà la certezza di una compatibilità di “trapianto” totale annullando tutte le problematiche di rigetto.  E parlando di compatibilità non dobbiamo dimenticare che la conservazione privata delle cellule staminali del cordone ombelicale garantisce una concreta possibilità di utilizzo anche da parte di fratelli o familiari.

Oggi con la conservazione delle cellule del cordone ombelicale un genitore sceglie con responsabilità di assicurare al proprio figlio una soluzione terapeutica innovativa per lunghi anni della sua vita.
Oggi si può fare. Fin da subito. Fin dal suo primo vagito. E l’amore e la speranza di un futuro splendido per il proprio bambino può diventare un atto concreto assicurandogli un patrimonio che è già suo, a cui ha diritto.

Per ulteriori informazioni: http://www.sorgente.com

Note

1. Harris, D.T., Non-haematological uses of cord blood stem cells. Br J Haematol, 2009. 147(2): p. 177-84.
2. Aduc
3. Tissue Engeneering
4. Critical Care Medicine
5. Plos One