Esami di laboratorio alla quinta settimana di gravidanza
Nel corso della gravidanza occorre effettuare alcuni esami di laboratori. Quelli che solitamente vengono maggiormente consigliati sono: gruppo sanguigno e fattore RH (compreso quello del proprio partner).
Sei tu hai il fattore RH negativo ed il partner il fattore RH positivo esiste il rischio che il tuo organismo possa “fabbricare” degli anticorpi che danneggiano i globuli rossi del bambino.
Questo fenomeno viene evidenziato dal test di Coombs, il quale deve solitamente risultare negativo. Il test va ripetuto tutti i mesi. Ricordiamo che la isoimmunizzazione da RH è estremamente rara nella prima gravidanza e che, comunque, al giorno d’oggi, è divenuta una patologia assai rara da quando è stata introdotta la pratica di effettuare subito dopo il parto (nel caso di madre RH negativo ed il neonato RH positivo) un’iniezione di gamma globulina specifiche anti-D che impediscono all’organismo materno di produrre quegli anticorpi così pericolosi per le gravidanze successive. Ricordiamo inoltre che non sussiste alcun pericolo se il partner è RH negativo, così come non esistono problemi se la gravida è RH positivo ed il partner RH negativo.
– VDRL e TPHA (per la diagnosi di eventuale infezione luetica)
– TOXO TEST (per la diagnosi di infezione da Toxoplasma)
La toxoplasmosi è una malattia infettiva che viene trasmessa da alcuni animali domestici, come il gatto, e che ha scarse conseguenze per l’adulto, mentre può causare gravi alterazioni fetali nel caso in cui venga contratta durante la gravidanza. Le donne che non hanno mai avuto la malattia sono protette dagli anticorpi e sono pertanto da considerare a rischio di infezione nel corso della gravidanza. Se in base agli esami eseguiti risulta che la donna è immune per la toxoplasmosi, ciò significa che non corre il rischio di infettarsi durante la gravidanza e di trasmettere la malattia al suo bambino. Al contrario, se non ha gli anticorpi specifici per questa patologia, significa che esiste il rischio di infezione e pertanto devono essere adottate alcune semplici, ma importanti, misure igieniche preventive: occorre evitare il contatto con animali domestici, evitare di mangiare carni crude o poco cotte, lavare con cura le verdure, indossare guanti protettivi in caso di giardinaggio). Il test, in queste circostanze, deve essere ripetuto ad intervalli periodici Test di laboratorio di routine durante la prima visita prenatale comprende esami del sangue per determinare conoscere se la gravida possiede gli anticorpi antirosolia. È noto, difatti, come l’infezione da rosolia sia molto pericolosa se viene contratta durante la gravidanza. Per tale ragione si tende ad effettuare la vaccinazione delle bambine in età scolare. Nonostante questo adempimento, una discreta percentuale di donne non risulta immune dall’infezione all’inizio della loro gravidanza: in questo caso si consiglia, immediatamente dopo il parto, la vaccinazione allo scopo di fornire adeguata protezione per eventuali gravidanze successive.
– HBAg (per la diagnosi di infezione da virus dell’epatite B)
Nel caso in cui la gestante sia portatrice dell’epatite B è opportuno che faccia eseguire lo stesso accertamento ai componenti della sua famiglia, facendoli vaccinare qualora risultino negativi. Dopo la nascita, il neonato dovrà essere vaccinato in quanto il rischio di infezione è particolarmente elevato durante il parto e durante l’allattamento. Nel caso venga effettuata una corretta prevenzione non è necessario sospendere l’allattamento al seno.
Il tipo di sangue (A, B, AB o O) e il fattore Rh (per esempio, Rh positivo o Rh negativo), e determinare
– Esame urine
Si tratta di un esame particolarmente semplice che può fornire importanti informazioni relativamente alla funzionalità del rene.
– Urinocolutra
Aiuta a riconoscere eventuali infezioni urinarie. Si ricorda come all’inizio queste infezioni possono non presentare sintomi ma sono ugualmente pericolose.
– Emocromo
La gravidanza tende a modificare fisiologicamente alcuni parametri ematici come i globuli rossi, l’emoglobina e l’ematocrito. Nel caso nel referto comparissero parametri diversi rispetto a quelli di riferimento non ci si deve spaventare: entro certi limiti questa situazione può essere espressione dell’adattamento dell’organismo alla gravidanza. Sarà quindi il medico a giudicare la necessità di eventuali cure qualora i valori di questi esami dovessero scendere al di sotto di determinati livelli.
– Glicemia.
E’ l’unico esame per il quale sia veramente richiesto il digiuno.
Misura la quantità di glucosio (zucchero) nel sangue. Se normale va, comunque, ripetuta periodicamente nel corso della gravidanza. Un valore persistentemente intorno ai limiti (110) è sospetto di una ridotta tolleranza ai carboidrati o di un diabete gestazionale e necessita, pertanto, di ulteriori indagini per precisare la diagnosi.
– Minicarico di glucosio
In alcune situazioni (valori di glicemia al limite superiore della norma, sovrappeso e/o aumento ponderale eccessivo, precedenti figli molto grossi, presenza di glucosio nelle urine, diabete in famiglia) è indicato eseguire il minicarico di glucosio (glicemia da minicarico o test di O’Sullivan), per valutare come il corpo reagisce alla somministrazione di zucchero. In pratica, si dosa la glicemia a digiuno e un’ora dopo aver bevuto una miscela di acqua con 50 gr di glucosio. Il valore massimo normale è di 140. Abitualmente si esegue il minicarico di glucosio, se necessario, nel periodo compreso tra le 20 e le 24 settimane.
– Curva glicemica da carico orale (OGTT)
Se il valore del minicarico di glucosio è alterato, è consigliabile eseguire la curva da carico orale e misurare la glicemia a digiuno e ogni ora per 3 ore, dopo la somministrazione di 100 gr di glucosio. I valori normali devono essere inferiore a 110 a digiuno, inferiore a 190 dopo 1 ora, inferiore a 165 dopo 2 ore e inferiore a 145 dopo 3 ore. Se anche questo esame è anormale, significa che c’è un diabete latente, che va comunque curato con la dieta o con l’insulina, per prevenire danni al feto. Nel caso di predisposizione al diabete, l’esame si esegue anche prima del concepimento. Per un approfondimento diagnostico possono essere utili il dosaggio dell’emoglobina glicosilata e della fruttosamina.