Le donne come portano a spasso i bebè?

Le donne come portano a spasso i bebè?

C’è chi li avvolge in una fascia, chi li tiene sempre in spalla, chi rannicchiati sotto lo scialle. Dall’Africa alla Cina, dal Sud America all’Europa, un viaggio intorno alla pianeta alla scoperta di usanze e culture diverse, ma simili nel modo di tenersi al cuore i propri bambini.

In Africa le mamme africane portano il neonato sempre addosso. Per necessità e tradizione, fino a 3-4 anni d’età non se ne staccano mai. Se hanno più figli, ne portano in braccio anche due o tre assieme.
La mamma può svolgere le sue attività senza orari fissi per cure e allattamento, mentre il piccolo, “a portata di seno” sul suo petto, sente il calore e il battito materno. Ed è felice. Gli esperti hanno notato che i bimbi africani sono più sereni, piangono meno e si addormentano facilmente.
Vedere tutto ciò che fa la mamma li rende anche più attivi e precoci. Imparano prima dei nostri a usare gestualità, linguaggio e abilità manuali.

In Cina da sempre sono i padri coinvolti nella cura dei bambini molto piccoli. Già dall’800 i manuali di medicina istruivano gli uomini su come assistere la donna prima e dopo il parto.
Anche oggi i padri hanno un ruolo importante, soprattutto nelle campagne dov’è ancora diffusa la cultura del portare. Mentre le mamme accudiscono i figli in casa, ai papà spetta portarli fuori a conoscere il mondo.
I piccoli sono trasportati sempre ben fasciati nel portabebè tradizionale cinese, il “Mei Tai“, morbido e adattabile. Spesso sono anche nascosti sotto lo scialle, per proteggerli dal freddo e in particolare dal vento, portatore di energie negative.

In tutto il Sud-est Asiatico il benessere si misura fin dalla nascita nella capacità di mantenere in equilibrio i flussi energetici. Le madri imparano subito a maneggiare con abilità quadrati di stoffa di 40×40 cm utili per fasciare e trasportare il neonato “a contatto” e potergli così trasmettere costantemente flussi energetici positivi.
Nel primo mese, il bimbo viene fasciato stretto per ottenere un effetto calmante “A fagotto”, il neonato si sente tenuto proprio come lo era nell’utero ed è protetto da sbalzi di temperatura.
In alcuni Paesi, come la Thailandia, dopo il primo mese, si usa poi massaggiare il piccolo tutti i giorni con tecniche antiche: si lavora sulle energie vitali dello “yin e yang” per creare una forte unione tra mamma e bambino.